giovedì 1 dicembre 2011

Torre del Greco


Torre del Greco

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Torre del Greco
comune
Torre del Greco – Stemma
Torre del Greco – Veduta
Dati amministrativi
Statobandiera Italia
RegioneCampania – stemma Campania
ProvinciaNapoli – stemma Napoli
SindacoCiro Borriello (centrodestra)
Territorio
Coordinate40°47′7″N 14°23′43″ECoordinate40°47′7″N 14°23′43″E (Mappa)
Altitudine43 m s.l.m.
Superficie30,66 km²
Abitanti87 132[1] (31-03-2011)
Densità2 841,88 ab./km²
FrazioniCamaldoli della Torre, Lava Nuova, Leopardi, Santa Maria la Bruna
Comuni confinantiErcolanoTorre Annunziata,TrecaseBoscotrecase,Ottaviano
Altre informazioni
Cod. postale80059. Il CAP 80040 è stato in uso per le due frazioni sino aottobre 2006
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063084
Cod. catastaleL259
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)
Nome abitantitorresi - corallini
PatronoBeata Vergine Maria Immacolata e San Gennaro
Giorno festivo8 dicembre e 19 settembre
Localizzazione
Torre del Greco è posizionata in Italia
Torre del Greco
Sito istituzionale
il territorio di Torre del Greco all'interno della Provincia di Napoli
Torre del Greco (Torre 'o Grieco in napoletano) è un comune italiano di 87.132 abitanti[2] della provincia di Napoli in Campania.
E' situata nel Parco Nazionale del Vesuvio.

Indice

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Geografia fisica [modifica]

La città di Torre del Greco è situata nelle immediate vicinanze del Vesuvio, tra il vulcano e il golfo di Napoli.

Storia [modifica]

In epoca romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici, Torre del Greco costituiva probabilmente un sobborgo residenziale di Ercolano, con l'insediamento di ville, favorito dall'amenità dei luoghi e dalla posizione al centro del golfo di Napoli che, come quelli diErcolanoPompeiStabia e Oplonti, venne sconvolto dalla devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che rimodellò l'intero suolo e respinse il mare per oltre 500 metri.
In epoca successiva si hanno notizie dell'esistenza di due villaggi, "Sora" e "Calastro", di cui sopravvive il toponimo in due delle attuali contrade: nel 535 gli abitanti dei due villaggi di "Sora" e di "Calastro" vennero trasferiti a Napoli dal generale bizantino Belisario, per ripopolare la città dopo il sacco che aveva subito.[3] Intorno all'anno 700 è riferito nella zona il toponimo di Turris Octava[senza fonte], riferito ad una torre di avvistamento[4], probabilmente l'ottava di questo tipo a partire da Napoli[3]
Saraceni si insediarono nel territorio nell'880, con il permesso del vescovo di Napoli Atanasio, dal quale furono successivamente trasferiti ad Agropoli due anni dopo.[5]
Nel 1015 compare per la prima volta il riferimento[senza fonte] all'attuale toponimo e Turris Octava diviene "Torre del Greco": secondo una leggenda locale[senza fonte] il nome sarebbe derivato dalla coltivazione di un particolare vitigno proveniente dalla GreciaUn'altra ipotesi etimologica[senza fonte] suggerisce invece la derivazione del nome da un eremita orientale che si sarebbe insediato nella torre.
Fu in seguito presa dagli Svevi e a partire dal Quattrocento subì le vicende del Regno di Napoli, facendo parte del demanio reale. Il reAlfonso I ne cedette il possesso alla famiglia Carafa, senza diritti feudali.
Nel 1631 un'eruzione di proporzioni ingenti distrusse tutto il versante a mare del Vesuvio. Torre del Greco venne invasa da torrenti fangosi e da grandissimi flussi lavici, dei quali uno in particolare generò le scogliere della Scala.
Le vicende della città sono state narrate dall'erudito locale seicentesco Francesco Balzano, che pubblicò nel 1688 l'opera L'antica Ercolano, overo la Torre del Greco tolta all'obblio, in tre libri dedicati al barone Biagio Aldimari.
Il 18 maggio 1699 la città riacquistò il diritto di possesso del suo territorio con un atto di compravendita dall'ultimo dei proprietari, il marchese di Monforte, per 106.000 ducati e dopo questa data si ebbe una fioritura del commercio marittimo, mentre la flottiglia peschereccia dell'epoca contava 214 imbarcazioni, dedite alla raccolta delle spugne, del corallo e delle conchiglie. In quest'epoca nacque la tradizione della lavorazione del corallo.
Panorama della città
Tra il XVII e il XVIII secolo vi furono edificate diverse ville signorili dell'area vesuviana: le ville del Miglio d'oro sotto i Borboni, conservano ancora oggi splendidi esempi di architettura settecentesca.
Il Comune di Torre del Greco è Stato travolto nel 1707 dalla caduta abbondante di piroclasti del Vesuvio insieme ai comuni di ScafatiStriano eBoscotrecase. Danni alle coltivazioni, centinaia di feriti.
L'eruzione del Vesuvio del 1794 seppellì il centro storico sotto uno spessore lavico di circa 10 metri. Numerose altre eruzioni avevano portato nei secoli danni alla città, definita "la città del Vesuvio" per l'impatto sulla sua vita del vulcano. A causa delle numerosi distruzioni subite nel corso della sua storia, sullo stemma della città, che comprende una torre, è riportato il motto della fenice: Post fata resurgo.
La città divenne municipio sotto la dominazione di Giuseppe Bonaparte nel 1809 con l'elezione del primo sindaco Giovanni Scognamiglio. Sotto la dominazione di Murat divenne, insieme alla vicina Portici, la terza città del Regno di Napoli dopo Napoli e Foggia con 18.000 abitanti, malgrado le ripetute eruzioni vulcaniche che anche nel XIX secolo, avvenivano quasi ogni due anni[6]

Società [modifica]

Torre del Greco è tra i 4 comuni della Campania più popolati:
ComuneProvinciaAbitanti[7]MaschiFemmine
NapoliNA957.465454.353503.112
SalernoSA138.74263.97474.768
Giugliano in CampaniaNA118.43758.28360.154
Torre del GrecoNA87.08042.11444.966

Evoluzione demografica [modifica]

Abitanti censiti 

Geografia antropica [modifica]

Torre del Greco ha una popolazione distribuita su due centri abitati, confinanti senza soluzione di continuità: il capoluogo, omonimo, e la frazione di Santa Maria la Bruna che comprende la contrada Leopardi, così chiamata in onore del poeta che vi soggiornò nell'ultimo periodo della sua vita, e la contrada Palazzone, così chiamata per la presenza di un enorme edificio un tempo sede della guarnigione borbonica addetta al controllo della zona di caccia tra Villa Inglese e Via Prota.

Frazioni [modifica]

Santa Maria la Bruna [modifica]

È un insediamento di tradizione prevalentemente agricola, nonostante la vicinanza con il mare, che ha avuto una considerevole espansione negli anni settanta. Si trova a sud-est della città ed è servita dall'omonima stazione della linea ferroviaria Napoli-Salerno, che ospita anche le officine FS. È anche sede di una sezione degli uffici comunali per la gestione dell'anagrafe cittadina.

Quartieri, contrade, zone e rioni [modifica]

  • "Lava Nova" detto anche "ncoppa 'a lava nova" è una zona della contrada Scappi cosi chiamata perché ricostruita al di sopra della lava dell'ultima eruzione vesuviana del 1794.
  • "Vianova", zona che prende il nome, come in molte altre cittadine della provincia di Napoli, dalla via di "circumvallazione"[8], costruita durante il ventennio fascista.
  • "Vesuviana", zona situata a ridosso della stazione della ferrovia Circumvesuviana.
  • "I Camaldoli", zona situata sul "colle di Sant'Alfonso", detto anche "colle dei Camaldoli, ovvero "'u Monte".
  • "Fiorillo", zona che prende il nome dalla omonima strada, che segna il confine tra Torre del Greco ed Ercolano.
  • "Santa Teresa", zona tra la chiesa di Santa Maria del Popolo, e la zona Fiorillo, che comprende la chiesa ed il convento dei frati di Santa Teresa degli Scalzi, dal quale prende il nome.
  • "Litoranea" in napoletano "Abbasc a Litoranea", zona corrispondente al lungomare, ovvero la passeggiata a mare, aperta al traffico nel corso dell'estate del 1958 e negli anni sessanta e settanta.
  • "Portosalvo", piccolo borgo marinaro, in cui si trova la parrocchia di Santa Maria di Portosalvo, il locale circolo nautico, la sede staccata della locale capitaneria di porto e attività economiche legate alla nautica.
  • "Scarpetta", "Banchina", "Spiaggia del Fronte" e '"Porto" sono i nomi locali di quattro aree del porto di Torre del Greco: la "Scarpetta è la diga frangiflutti di levante, terminante con il fanale verde delimitante l'imboccatura del porto, costruita su una lingua sottomarina di roccia lavica che si allunga verso il mare in direzione ortogonale alla linea di costa; la "Banchina" è il punto all'interno del porto, dove trovano spazio per poter ormeggiare i natanti da pesca e da diporto; la "Spiaggia del Fronte" costituisce la zona tra la banchina ed il braccio della diga foranea, anche detta "n'terra a rena", dove sono ubicati i più antichi cantieri navali di Torre del Greco e la Sede della sez. LEGA NAVALE ITALIANA; il "Porto", nel linguaggio locale indica la diga foranea o "frangiflutti di ponente", sulla cui estremità è posto il fanale rosso delimitante, in coppia con il fanale verde della "diga frangiflutti di levante", l'accesso del porto.
  • "La Ripa", zona nodale tra Torre del Greco centro, ovvero "N'copp'a ripa" e Torre del Greco bassa, ovvero "sott'a ripa". Il sopra ed il sotto sono messi in comunicazione dalle utilizzatissime "Scale della ripa" tra Via Comizi e Via Fontana.
  • "Sopra De Nicola", è una zona residenziale, nella quale vi è la villa acquistata dall'avvocato napoletano Enrico De Nicola e dove quest'ultimo morì.
  • "Contrada Calastro", situata a ponente del porto, sede di storici cantieri navali e di alcuni stabilimenti balneari.
  • Contrade "Montedoro", "Scappi" e "Bianchini", di origine agricola e attualmente zone residenziali suburbane, occupano l'area a metà distanza tra il Vesuvio ed il centro della città.
  • "Contrada Leopardi", così chiamata in onore del poeta, che vi abitò tra l'estate del 1836 e l'inverno del 1837 nella villa Carafa-Ferrigni, attualmente chiamata "Villa delle Ginestre".
  • Contrade "Sant'Antonio", "Cappella Carotenuto o Lamaria", "San Vito", "Epitaffio", "Lava Troia", "Ponte della Gatta", "Torretta Fiorillo", "Casa Cirillo", "Viuli", "Villa inglese" e "Palazzone" sono antiche contrade inglobate nella cittadina a seguito della moderna espansione urbanistica, di cui restano oggi solo i toponimi.
La contrada "Leopardi" e le zone di "Palazzone", "Viuli", "Villa Inglese", "Casa Cirillo", "Cappella Nuova," "Camaldoli", "Torretta Fiorillo" e "Ponte della Gatta" sono ubicate nella frazione di Santa Maria La Bruna.

Monumenti e luoghi di interesse [modifica]

Aree archeologiche [modifica]

L'area di maggior interesse archeologico, risalente al I secolo d.C., è la "contrada Sora", caratterizzata da resti della Villa Sora, probabilmente posseduta dalla famiglia Flavia. Annesso alla villa, vi è un complesso termale, ora praticamente sulla spiaggia torrese. La villa fu riscoperta nel 1974 dal gruppo archeologico di Torre del Greco "Giuseppe Novi".
In zona "Colle dei Camaldoli" esistono i ruderi di una villa rustica e in "contrada Calastro", altre presenze archeologiche testimoniano l'esistenza di un suburbio cittadino.
In zona porto, si possono trovare le famosissime cento fontane.

Monumenti [modifica]

  • Monastero degli Zoccolanti, edificato sulle vestigia di un precedente complesso monastico nel Cinquecento. All'interno del chiostro sono rappresentati in 28 pannelli affrescati, episodi della vita e della predicazione di Francesco d'Assisi.
Le chiese di Torre del Greco furono spesso riedificate su edifici più antichi, distrutti nel corso dei secoli dalle eruzioni laviche del Vesuvio. Tra questi:
  • la Basilica Pontificia di Santa Croce[9] La chiesa fu costruita agli inizi del XVI secolo per sostituire l'antica chiesa madre, S. Maria Maggiore, detta anche S. Maria dell'Ospedale, ormai piccola; i fondi per la costruzione furono ottenuti tramite donazioni lasciate dai cittadini in barili ai piedi di una croce, da qui il titolo.
La chiesa era la prima a Torre del Greco con tre navate per cinque campate, seguite da un corto transetto e dal coro, all'intersezione della navata centrale con il transetto fu realizzata un'alta cupola. Da decenni è in corso una discussione riguardo l'orientamento della chiesa, secondo alcuni storici era rivolta con l'ingresso verso il mare e l'altare verso il Vesuvio, come l'attuale, secondo altri aveva l'ingresso verso Salerno e l'altare verso Napoli, le fonti storiche e gli scavi effettuati non hanno ancora risolto la questione. In seguito alle disposizioni delConcilio di Trento (1545 1563) la chiesa diventò parrocchia e subì profondi abbellimenti; Stucchi di Lorenzo Vaccaro e dipinti di Francesco de Mura, Francesco Solimena e Luca Giordano, il tabernacolo dell'altare maggiore fu rifatto a forma di torre e decorato con madreperle e coralli. A partire dal 1596 cominciò il cantiere del campanile, terminato solo nel 1740, esso sorge al posto di una cappella precedentemente costruita e dedicata a S. Maria del Presepe. Formalmente presentava tre ordini, il primo attualmente coperto dalla lava dell'eruzione del 1794, era interamente in piperno, a forma di ottagono irregolare, sulle sue pareti due targhe commemorative, gli altri due, di pianta analoga, sono in piperno e laterizi e presentano quattro aperture sui lati maggiori, le aperture verso la piazza sono state murate collocando, al loro interno, una lapide che commemora il centenario dell'eruzione che distrusse la città ed un orologio, realizzato nel 1968 dal comm. M. Garofano; a causa della parziale sepoltura il campanile è più basso della nuova chiesa che gli fu costruita vicino. Nel giugno 1794 avvenne una terribile eruzione del Vesuvio con flusso lavico che invase la città distruggendone i tre quarti, la chiesa parrocchiale crollò e il campanile fu parzialmente sepolto. Il Beato Vincenzo Romano, allora viceparroco di S. C. ne promosse la ricostruzione,terminata con la consacrazione del 1827, la volle grande circa il doppio della precedente in quanto, predisse: "Ci saranno giorni in cui questa chiesa sarà piena", girano anche alcune leggende su miracoli avvenuti per favorire la costruzione, per esempio si dice che, quando si doveva posare il tetto della chiesa, sia arrivata una misteriosa nave dalla Libia carica di legname, dato gratuitamente, per la costruzione delle capriate. La chiesa fu progettata dall'architetto Ignazio di Nardo in stile neoclassico, del quale è uno dei massimi esempi campani. La facciata è suddivisa in due ordini, in quello inferiore vi sono i tre ingressi e due statue di Beniamino Cali, rappresentanti S. Elena e S. Gennaro, nel superiore vi è la grande finestra e le due volute di raccordo. L'interno ha una pianta analoga alla precedente, sull'altare é posta una grande tela di R. Ciapa rappresentante il ritrovamento della SS. Croce. Sono di singolare pregio il fonte battesimale, un cratere di gusto neoclassico, dello scultoreGiuseppe D'Amato, l'altare del Sacro Cuore, sotto cui c'è l'urna in bronzo, realizzata da Antonio Mennella nel 1963, nella quale riposano i resti del Beato Vincenzo Romano, l'organo ligneo e la cappella dell'Immacolata Concezione, dove si conserva una statua di quest'ultima risalente al seicento. La sacrestia è impreziosita dai ritratti dei vari parroci che si sono susseguiti e da vari arredi sacri. La storia della chiesa è scandita da diciannove lapidi che ricordano eventi come le visite di Papa Pio IX nel 1849 e di Giovanni Paolo II nel 1990, nonché l'elevazione a Basilica pontificia nel 1958. Alla sinistra della Cappella del Crocifisso esiste una magnifica cappella di fattura neo-bizantina costruita, agli inizi del novecento dall'architetto Enrico Taverna per venerarvi un frammento della Vera Croce, superato un cancello ad arabeschi si accede all'interno, caratterizzato da affreschi, dorature e varie colonne tutte diverse tra loro. In ultimo, dalla sacrestia si accede ad un piccolo museo nel quale sono conservati oggetti d'arte, d'oreficeria e pissidi provenienti dalla basilica ed altre chiese cittadine.;
  • la vicina Chiesa del SS. Sacramento e San Michele Arcangelo più semplicemente nota come "S. Michele".
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La nascita della chiesa è legata alla peste che colpì Napoli nel 1656, anche Torre del Greco fu gravemente colpita e il parroco di S. Croce, Nicolandrea Balzano, fondò un conservatorio, per il quale istituì una rendita; nel conservatorio trovarono alloggio le orfane e, in seguito le bambine e ragazze bisognose. IL conservatorio era sito in prossimità della chiesa di S. Maria dell'Ospedale, veniva sovvenzionato dall'università torrese, che era il governo cittadino, ed aveva cinque amministratori nominati dai cinque eletti del popolo. L'Arcivescovo di Napoli Innico Caracciolo, nel 1683, decise la trasformazione del conservatorio in convento e ne affidò la gestione a Suor Serafina da Capri. La prima modifica apportata dalla religiosa fu l'adozione della regola teresiana, in secondo luogo, data la ristrettezza degli ambienti, la costruzione di una nuova ed adeguata sede lungo la via di Capo Torre (attuale Via Diego Colamarino); la costruzione del convento iniziò nel 1696 e terminò nel 1706, la chiesa fu consacrata solo nel 1727. Il convento aveva una pianta quadrata con chiostro circondato da portici, alla sua destra la chiesa. La chiesa era fortemente rialzata, vi si accedeva da due rampe di dodici gradini, presentava una navata unica a croce latina ed un'alta cupola; essendo dedicata all’Immacolata Concezione, sull'altare maggiore vi era un quadro di Paolo de Matteis che la raffigurava, altri altari erano dedicati a S. Teresa ed al Crocifisso, vi erano cinque medaglioni raffiguranti santi e un bel pavimento in cotto e riggiole. La sacrestia era divisa in due da un arco e presentava affreschi di De Matteis a finte architetture tra cui spicca "La Gloria della Vergine". Durante L'eruzione del 1794 la chiesa ed il convento furono attorniati e parzialmente sepolti. Le religiose abbandonarono il conservatorio e si trasferirono a Napoli, l' edificio fu lottizzato e trasformato in appartamenti, funzione che ha tuttora mantiene, la chiesa fu abbandonata. Nel 1803 la Congrega del SS. Sacramento e S. Michele Arcangelo, fondata nel 1632 e giuridicamente riconosciuta dal re Carlo di Borbone nel 1775, comprò e restaurò la chiesa, fu creato un nuovo pavimento all' altezza della strada, dieci metri più in alto del precedente, per questo motivo la chiesa è sproporzionatamente bassa, l' antico finestrone fu trasformato in porta e furono rifatti gli altari, dedicati, il maggiore all' ultima cena e i laterali all' Immacolata Concezione e a S. Pasquale. La parte inferiore fu trasformata in terrasanta, vi furono sepolti i congregati fino al 1888, anno di costruzione della cappella congregazionale nel cimitero torrese. In seguito alla saturazione dell'ossario molte ossa furono lasciate a vista, si creò così una particolare devozione verso i defunti; delle anime pie, soprattutto donne, "adottavano" un teschio, pregavano per lui, accendevano lumini, lo pulivano ecc., in cambio chiedevano grazie ed intercessioni presso Dio. Il fenomeno diventò molto più sentito con la seconda guerra mondiale, l' ipogeo venne usato come rifugio antiaereo e le persone, avvolte chiuse nella cripta per giorni, pregavano i teschi per la salvaguardia delle vite proprie e dei cari impegnati in guerra. Dal termine della seconda guerra mondiale, per oltre quaranta anni, l'ipogeo fu abbandonato. Nel 1979 il sacerdote-archeologo Nicola Ciavolino e il gruppo archeologico torrese, oggi evolutosi in "Gruppo Archeologico Vesuviano GAV" hanno operato una prima pulizia e catalogazione degli oggetti in seguito alla quale fu possibile, negli anni a seguire organizzare occasionali visite. Il 25 settembre 2010, dopo oltre un anno di lavoro, e grazie al lavoro sinergico di GAV, Congrega ed Assessorato alla Cultura è stato possibile riaprire al pubblico gli ambienti ipogei valorizzando gli elementi più affascinanti, le terresante, le bare processionali, gli ossari, gli ex voto, come foto, lettere, capelli ed oggetti vari, nonché l' affascinante sacrestia, l'unico ambiente ad aver conservato inalterato l' aspetto del XVIII sec.
  • l'area ipogea della chiesa dell'Assunta con i suoi cunicoli scavati al di sotto dell'eruzione del 1794.
La chiesa di Santa Maria del Principio, conserva ancora intatta l'area ipogea e le vestigia dell'antica chiesa risalente al 1000.
Tra le ville che sorsero nella zona tra il XVII e il XVIII secolo sono da citare: [modifica] Torre del Greco
Dipinto della città del 1848, di Aleksandr Andreevič Ivanov
I giardini pubblici sono stati intitolati a Vincenzo Ciaravolo, marinaio morto nel Mar Rosso durante l'affondamento della nave su cui navigava, sacrificando la propria vita per non abbandonare il suo comandante che affondava con la nave.

Musei [modifica]

La città ospita due musei dedicati al corallo: uno storico all'interno dell' "Istituto statale d'arte Francesco Degni " e l'altro più piccolo e privato, con la collezione Liverino. Dal 2006 presso la Pro Loco è visitabile un piccolo Museo Del Gioco e del Giocattolo d'epoca. Dal 2010 la Lega Navale Italiana sez. di Torre del Greco ha insediato il "Museo della Marineria " nei pressi della zona porto,e piu' precisamente nei locali della stazione ferroviaria F.S.visitabile tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 13,00.escluso il lunedi.

Cultura [modifica]

Città Leopardiana [modifica]

Ritratto di Giacomo Leopardi
Torre del Greco si fregia del titolo di Città Leopardiana. Giacomo Leopardi soggiornò a Torre del Greco poco prima della sua morte ed ivi compose: La Ginestra e Il tramonto della Luna.

Festa dei Quattro Altari [modifica]

Nata come festa religiosa del Corpus Domini, cominciò ad acquistare un diverso significato dopo l'acquisto del territorio cittadino dai proprietari nel 1699: secondo una tradizione locale, sebbene in realtà la città non fosse mai stata sottoposta a dominio feudale. Caratteristica è la realizzazione di scenografie dipinte su tela, dette per l'appunto "altari", esposti in quattro luoghi rappresentativi della città in occasione dei festeggiamenti: il primo al porto, nella piazza più grande, dove è situata la basilica della Madonna di Santa Croce, il secondo nella via dei commercianti, oggi via Roma", il terzo nella piazza più antica di Torre del Greco, piazza Luigi Palomba, e il quarto, il più popolare, in corso Umberto I ('ncoppa 'a Guardia). Il primo altare era detto "di vasciammare, o anche "di fabbrica", in quanto veniva realizzato su una impalcatura di tavole di legno, sulle quali veniva steso, quotidianamente, un intonaco su cui l'artista (per svariati anni fu il docente dell'Accademia Belle Arti prof. Nicola Ascione) dipingeva ad affresco la scena.

Festa dell'Immacolata [modifica]

L'8 dicembre 1861 e fino al 31 dicembre, una terrificante eruzione di tipo effusivo-esplosivo ed un violento terremoto sconvolsero la città.[10] I Torresi fecero voto alla Madonna Immacolata, da sempre oggetto di viva devozione, di portare in processione su di un carro trionfale una sua raffigurazione,[11] se il cataclisma fosse cessato. Secondo il resoconto dei testimoni dell'epoca,[11] la lava arrestò improvvisamente la sua furia devastatrice, perciò, a partire dall'anno seguente, il 1862, ogni 8 dicembre, la processione viene ripetuta in ricordo dell'evento miracoloso, con la costruzione di un carro di imponenti dimensioni, portato in giro per la città da oltre un centinaio di volontari, tra le acclamazioni di giubilo della folla che in copiosa quantità si accalca, per le strade e sui balconi, per salutarne il passaggio. Nel 2011 è stata dichiarata "Meraviglia Italiana" [12].

Dialetto torrese [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Dialetto torrese.

Personalità legate a Torre del Greco [modifica]

Sport [modifica]

Il principale sport in città è il Calcio, dove la Turris ha militato per più di 30 anni nei campionati professionistici conquistando un'ottima reputazione regionale. Molto seguita negli anni precedenti è stata la squadra cittadina di Pallamano Olimpia La Salle che ha conquistato buonissimi risultati per poi finire la propria attività verso la fine degli anni 90. Dalla stagione 2009-2010 è ritornata e si è iscritta al campionato di serie C Maschile.
Negli ultimi anni anche il basket sta avendo un'ottima crescita di pubblico e di risultati. Lo sport del Rugby è presente a Torre del Greco fin dal 1965, e quindi la città può vantare in questo sport una lunga tradizione che la pone certamente nell'ambito delle più antiche società dell'Italia meridionale, dopo Napoli, Catania, Messina e Salerno. Anche a livello di risultati sportivi si può annoverare, in questo sport, tra le prime dieci del sud; in particolare, oltre diversi atleti militanti nelle nazionali giovanili e nelle massime serie nazionali, ha dato al settore arbitrale un fortissimo apporto con due dei massimi arbitri italiani ed un commissario internazionale. Tra questi, il miglior arbitro italiano di oggi, Carlo Damasco.

Calcio [modifica]

Calcio a 5 [modifica]

  • Turris Octava - Serie C1
  • Parco Città - Serie D

Basket [modifica]

Pallamano [modifica]

  • Olimpia La Salle - Militante in Serie C Maschile dalla stagione 2009-2010.

Pallavolo [modifica]

  • BravaTorre

Rugby [modifica]

  • Amatori Rugby Torre Del Greco 1965 - Serie C

Judo [modifica]

  • New Olimpic Center
  • Palestra Antares

Karate [modifica]

  • Pal. Jumping

Hockey [modifica]

  • Fortitudo Torre del Greco 1975 - serie A femminile

Economia [modifica]

Torre del Greco è nota nel mondo soprattutto per la lavorazione artigianale dei coralli, dei cammei e della madreperla[13]. Questa tradizione artistica, sviluppatasi a partire dal XVII secoloè ancora oggi tramandata dall'antica Scuola d'incisione e lavorazione del corallo annessa all'omonimo Museo.
Ai corallai si affiancarono istituti di assistenza economica e assicurativa, divenuti legali nel 1825. Il 19 aprile 1888 sorse la Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, ancora attiva con oltre 64 filiali da Formia e tutto il basso Lazio fino a Salerno.
È presente un'importante industria armatoriale, erede dei pescatori di corallo, con sei grandi società di navigazioni ("Deiulemar", "Giuseppe Bottiglieri di Navigazione", "Fratelli D'Amato", "Di Maio & Partners", "Perseveranza", "Bottiglieri - De Carlini - Rizzo") e altre di minore importanza.
Attività lavorative ed economiche prevalenti sono: Il lavoro marittimo, i cantieri navali siti sul porto, il centro di manutenzione delle Ferrovie dello Stato a Santa Maria la Bruna, laboratori orafi e del corallo e aziende florovivaistiche di media e piccola estensione.
Tra gli anni tra i cinquanta e settanta Torre del Greco rappresentava il maggiore serbatoio di forza lavoro legato alle grandi navi, sia da passeggeri che da carico. I marittimi iscritti superavano le 30.000 unità, creando uno stato di agiatezza e di ricchezza che ancora oggi risulta essere unico nella storia del lavoro marittimo ed industriale in Italia. Oggi a seguito di strutturali mutamenti avvenuti nell'ambito nazionale ed internazionale, questo settore riesce ad occupare solamente circa 6.000 lavoratori.

Istituzioni per la sicurezza [modifica]

Torre del Greco è sede di Commissariato di P.S. direta da un vice questore 1º Dirigente della Polizia, un comando di compagnia e due comandi di stazione dei carabinieri, diretti da un capitano, un comando di compagnia della guardia di finanza, diretta da un capitano, ed un comando stazione del corpo forestale dello Stato. O ltre alle forze dell'ordine statali è presente il Comando di Polizia Locale con funzioni di Polizia Giudiziaria, Polizia Amministrativa, Vigilanza Edilizia, Polizia Ambientale, Polizia Stradale e Pubblica Sicurezza ausiliaria.
Sono inoltre presenti alcune associazioni di volontariato, che talvolta danno il loro contributo a particolari eventi o calamità naturali, tra cui un gruppo di volontari della protezione civileI.R.T. siti all'interno del complesso comunale distaccato dei Molini Meridionali Marzoli.
Per quanto attiene alla sicurezza di mare, a Torre del Greco ha sede una capitaneria di porto, con compiti di tutela della sicurezza della navigazione e della vita umana in mare. Il suo comandante è anche capo del compartimento marittimo di Torre del Greco, con il grado di capitano di fregata. Il compartimento ha competenza sul litorale di PorticiErcolano e della stessa Torre del Greco oltre che sul comune di San Giorgio a Cremano ed i comuni della provincia di Benevento.

Amministrazione [modifica]

Sindaco: Ciro Borriello (centrodestra) dal 2007

Gemellaggi [modifica]

Sindaci di Torre del Greco dal 1944 [modifica]

PeriodoPrimo CittadinoPartitoCaricaNote
19441946Francesco Brancacciosindaco
19461950Crescenzo Vitellisindaco
19501950Antonio Brancacciosindaco
19501951Amerigo Liguorisindaco
19501952Pietro Palombasindaco
19521956Francesco Cosciasindaco
19561957Ubaldo Nardisindaco
19571957Mario Rotondisindaco
19571957Bartolomeo Mazzasindaco
19571958Leonardo Mazzasindaco
19581961Raffaele Capanosindaco
19611965Antonio Magliulosindaco
19651966Raffaele Capanosindaco
19661969Pasquale Accardosindaco
19691974Ciro Ferrersindaco
19741975Tommaso Borrellisindaco
19751979Pasquale Accardosindaco
19791985Mario Auricchiosindaco
19851988Antonio F. Mennellasindaco
19881990Francesco Palombasindaco
19901993Salvatore Polesesindaco
19931993Ferdinando Amorosocommissario prefettizio
19931994Antonio Cutolosindaco
19941995Ferdinando Amorosocommissario prefettizio
19951998Antonio Cutolosindaco
19981998Emilio De Lucacommissario prefettizio
19982001Romeo Del Giudicesindaco
20012002Giovanni Balsamocommissario prefettizio
20022005Valerio Ciavolinosindaco
20052006Carlo Alfiero - Narcisa Brassesco - Luigi Coluccicommissione straordinaria
20062006Valerio Ciavolinosindaco
20062007Ennio Blascocommissario prefettizio
20062007Giuseppe Giordanocommissario prefettizio
2007...Ciro Borriellosindaco

Curiosità [modifica]

Dal 1883 esiste a Torre del Greco un lascito, legato alla volontà testamentaria di un sacerdote del tempo, finalizzato al sostegno del matrimonio di "donzelle bisognose"[14]. Nel 2010, la pubblicazione on line del bando[15] collegato alla donazione (Premio Maritaggio a favore di fanciulle bisognose) ha suscitato critiche, soprattutto da parte dell'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), in quanto il "premio maritaggio" è esclusivamente riservato alle coppie cattoliche[16]. Fra i tanti documenti richiesti per poter usufruire del lascito, attualmente gestito dal Comune, vi è infatti anche il certificato di buona condotta morale e civile dello sposo e della sposa rilasciato dalla chiesa[17].
ECA e LASCITO Sac. Raffaele SANNINO
Gli "Enti comunali assistenza"(ECA) furono istituiti con legge del 1937, scorporando dalle "Congregazioni di Carità", preesistenti, le funzioni di assistenza ai bisognosi.Questo fu l'avvio dell'assistenza sociale da parte dello Stato, attraverso queste istituzioni locali, il cui Consiglio di Amministrazione veniva nominato dal Consiglio Comunale. L'ECA di Torre del Greco ereditò dalla Congrega di Carità il lascito del sac.Raffaele Sannino, costituito dall'immobile in Largo Costantinopoli(Caserma Carabinieri, negozio generi alimentari e panificio Tarantino), oltre a titoli di Stato, censi e indennità di esproprio da riscuotere per locale al Porto. Nel periodo luglio 1952 - settembre 1954 vi fu una vera rivoluzione normativa ed organizzativa. Basta ricordare che con il D.P.L. n. 355/1947 lo Stato estese a ciascun componente dei nuclei familiari bisognosi l'"indennità di caropane", goduto già da lavoratori pubblici e privati. Ogni mese di giugno dal 1948 veniva chiesto dalla Prefettura di Napoli l'elenco dei beneficiari, ma l'ECA rispondeva che non vi erano "bisognosi" a Torre del Greco(nel 1948!!!). Questo avvenne sino al 1952, quando il neo "segretario" dell'ente, Francesco Ulloa Severino, sottopose al Consiglio di Amministrazione, presidente il dott. Francesco Paolo Manguso, il "regolamento per gli interventi economici per l'assistenza ordinaria e straordinaria" che, approvato, consentì di iscrivere nell'elenco dei bisognosi i nuclei familiari indigenti che beneficiarono dell'indennità di oltre 500 lire mensili per ciascun componente il nucleo familiare. Il regolamento adottato eliminò la richiesta di concessioni economiche da parte degli interessati di volta in volta, consentendo agli stessi l'iscrizione nell'elenco dei bisognosi e per conseguenza in un ruolo mensile inviato d'ufficio al Tesoriere presso il quale i beneficiari potevano riscuotere direttamente il "sussidio"(assistiti ordinari), salvo casi straordinari che venivano esaminati dal Consiglio di Amministrazione. Nello stesso periodo fu redatto il regolamento del personale, avviando così la procedura per la sistemazione in posti di ruolo delle unità in servizio ed il regolamento per la concessione dei "maritaggi a fanciulle bisognose", redatto dallo stesso segretario in collaborazione con il Parroco dell'allora Chiesa di S.Croce, Mons.Stefano Perna. Nel frattempo furono unificate le rendite del lascito Sannino(revisione fitti, scadenze titoli, affranco dei censi e reinvestimento in titoli di Stato, ecc.) In definitiva il regolamento per la concessione dei "maritaggi a fanciulle bisognose" fu redatto nel periodo indicato(dopo il 1.7.1952)e non è certo che contenesse criteri discriminatori. Forse il regolamento - adottato nel 1885 - cui fa cenno il prof. Antonio Borriello(vedi nota 14),sicuramente a modifica di quello precedente, con il quale si attuò per la prima volta dal 1883 il testamento del sac. Raffaele Sannino,introdusse le "volontà" dello stesso Sacerdote, ritenute discriminanti.

Note [modifica]

  1. ^ Dato Istat al 31/03/2011
  2. ^ Dato Istat al 31/03/2011
  3. ^ a b Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Firenze, 1844, p. 837 http://books.google.it/books?id=VIpJAAAAMAAJ&pg=PA837&dq=turris+octava&lr=&cd=16#v=onepage&q=turris%20octava&f=false
  4. ^ Secondo un'antica ipotesi[senza fonte] la torre sarebbe già esistita in epoca romana con il nome di "Torre di Bassano", ed avrebbe preso il nome da un presunto governatore romano, che avrebbe avuto il soprannome di "il greco".
  5. ^ Pietro Giannone, Istoria civile del regno di Napoli, Capolago (Canton Ticino), 1840, III, p. 293.
  6. ^ Alexandre Dumas, I Borboni di Napoli, Napoli, 1864, pp.124-125 http://books.google.it/books?id=VH4qAAAAYAAJ&pg=PA12&dq=storia+dei+borboni+dumas&cd=1#v=onepage&q=&f=false
  7. ^ Dati Istat - Popolazione residente al 31/7/2011
  8. ^ Va da via Purgatorio a corso Vittorio Emanuele passando per il monastero delle suore battistine, la scuola "Nazario Sauro", l'incrocio con via G. Marconi, la Villa Bonanno (caserma dei carabinieri) e il complesso dell'INA casa.
  9. ^ Sito della parrocchia di Santa Croce.
  10. ^ Fonte: Osservatorio Vesuviano
  11. ^ a b [1]
  12. ^ http://www.meravigliaitaliana.it/index.php?action=index&p=14&meraviglia=126
  13. ^ Francesco Balletta. La ricchezza di Torre del Greco dalla fine del Seicento ai primi decenni dell'Ottocento. Rivista di Storia Finanziaria (Università degli Studi di Napoli)http://www.delpt.unina.it/stof/11_pdf/25-43.pdf
  14. ^ http://www.ecostiera.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3753&Itemid=54&sectionid=3&idvis=1
  15. ^ http://www.comune.torredelgreco.na.it/avvisi/archivio-storico/avviso-3-area-2013servizio-politiche-socio-educative
  16. ^ http://www.uaar.it/news/2010/12/19/torre-del-greco-na-il-tar-ingiunge-al-comune-di-rispondere-uaar/
  17. ^ http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/21-giugno-2010/premio-maritaggio-bonus-assegnato-dall-amministrazione-torre-greco--1703238152156.shtml

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